domenica 3 marzo 2013

Parochi




La storia ecclesiastica di Crespano è stata caratterizzata dalle più svariate figure di sacerdoti; prendendo spunto da un manoscritto di metà '800 dell'abate Canal- rimasto inedito e tramandatoci da una copia degli anni '30 dello scorso secolo, redatta da don Ferdinando Galzignan- sono stati rintracciati i documenti originali che servirono all'abate per il suo studio ed ampliati con altra copiosa documentazione conservata presso gli archivi di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza.
I personaggi che si avvicendarono alla gestione delle chiese di Crespano fra XV e XVII secolo non brillarono certo per specchiata virtù; sta di fatto che le luci e le ombre di questi sacerdoti traspaiono chiaramente dalla lettura ed analisi degli atti ufficiali.

Don Ludovico Campana divenne parroco di Crespano a soli 18 anni quando non aveva ancora concluso la propria formazione sacerdotale e gestì la comunità religiosa attraverso delegati e sostituti per gran parte del suo mandato; l'inflessibile don Francesco Uguzzoni costrinse la comunità crespanese a 25 anni di contese, processi e cause per ottenere dai suoi parrocchiani il pagamento del quartese, la quarantesima parte del raccolto.
L'aristocratico Uriano Secreti di Monterubbiano arrivò in area veneta grazie ad importanti appoggi nella Serenissima ed ottenne grandi opportunità di carriera sfruttando l'amicizia con il vescovo di Padova e i suoi mecenati in area marchigiana; rimase nella diocesi padovana per quasi 30 anni per poi concludere la propria esistenza nella città di Fermo come primicerio della cattedrale.
L'asolano Francesco Pontino venne accusato di sollecitatio ad turpia nei confronti di alcune parrocchiane e rinchiuso nelle carceri della Santa Inquisizione di Padova per oltre 30 mesi; il suo tentativo di fuga, nel gennaio 1661, non andò a buon fine e di lui, dopo un processo lasciato nel massimo riserbo, si perdono le tracce negli atti ufficiali.
Bernardino Zanella da Castelcucco, abile amministratore delle fortune della propria famiglia, divenne prima rettore della chiesa di Enego quindi chiese licenza al vescovo di Padova per lasciare quei luoghi impervi e difficili e andare a reggere le chiese di Crespano. Scelta che in un primo momento gli sembrò la migliore e la meno impegnativa; ma cambiò ben presto opinione quando venne a contatto con le poco docili pecorelle della comunità crespanese!







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